Tra le nuvole
Tra tutti i viaggi in aereo che ho fatto nella mia vita ne ricordo con piacere e allegria uno in particolare: il secondo volo che feci quasi 10 anni fa verso il Brasile quandoi mi ci sono traferito per un po di anni.
Quella volta sull’aereo, un 747 gigantesco, ero vicino al finestrino e a fianco a me c’era un conoscente con il quale avrei scambiato quattro chiacchere. Partenza tranquilla e dopo la prima ora di volo, cominciai ad ammirare dal finestrino il cielo, le candide nubi che sembravano di panna montata incorniciavano un paesaggio baciato da una luce fantastica.
Dopo un po’ anche il mio amico voleva vedere fuori dal finestrino e così ci scambiammo e andai a sedermi al suo posto che dava verso l’interno dell’aereo.
Anche lì il “panorama” non era male: ok… non si vedevano ne paesaggi panoramici ne nuvole, ma si vedevano i 2 bonazzi degli stewards! Uno mi colpì in particolare: era di colore, alto, longilineo, i suoi muscoli risaltavano anche da sotto l’uniforme. Era nero di pelle ma aveva tratti occidentali sul volto. Insomma era davvero un bel tipo e io, con la mia solita faccia tosta, decisi di intortarlo anche perchè avevo “fiutato” col mio sesto senso qualcosa di strano e intrigante in lui: allora iniziai col chiamarlo, facendo finta di aver bisogno di assistenza. Quando arrivò io feci finta di non conoscere come funziona l’organizzazione sugli aerei e gli chiesi se si poteva andare nel bagno durante il viaggio (sapevo benissimo che ci potevo andare, ma mi volevo far accompagnare).
Mi spiegò che potevo trovare il bagno infondo al corridoio ma io lo pregai perchè mi conducesse lui stesso. Lui, un po’ stupito della mia richiesta, mi fece strada e mi accompagnò nel bagnetto dell’aereo. Arrivati lì io entrai, ma prima di chiudermi dentro feci un sorrisetto al bello steward di colore. Lui sorpreso non riuscì a far altro che ad indietreggiare e ad andarsene.
Dentro il bagno dissi fra me e me:”Ummm! Sta’ volta il mio intuito si è sbagliato e con quel tipo ho fatto una brutta figura. Non dovevo provocarlo come avevo appena fatto” In seguito, dopo essermi lavato le mani e la faccia uscii dal bagno e, camminando verso il sedile dove mi stava aspettando il mio amico, vidi il tipo di colore che con una mano mi faceva segno di raggiungerlo.
Arrivato davanti a lui, mi consegnò un bigliettino che teneva tra le mani e mi disse di leggerlo subito e seguire le istruzioni scritte. Io andai di nuovo verso il mio posto e lessi le parole sul pezzetto di carta: “CIAO, HAI DELLE LABBRA, PRIMA LE HO NOTATE QUANDO HAI SORRISO. SPERO DI AVER INTERPRETATO BENE. SENTI IL VIAGGIO E’ LUNGO… FRA CINQUE ORE CIRCA TUTTI DORMIRANNO E IO HO LA PAUSA PER IL CAMBIO TURNO. TI ASPETTO FRA CINQUE ORE DAVANTI AL BAGNETTO. VIENI SE TI VUOI DIVERTIRE UN PO’. CIAO” Non credevo a quello che avevo letto… e subito la fantasia cominciò a galoppare e una eccitazione travolgente cominciò a pervadermi in tutto il corpo… dalle mani all’uccello.
Dopo le cinque ore tutti dormivano nell’aereo e io, anche se stanco, facendo piano per non disturbare il mio amico che stava rilassato e mezzo addormentato, mi incamminai verso il bagno.
Lì c’era Bob che mi aspettava sorridente (e anche io sorridevo!). Era in tenuta informale: indossava una maglietta bianca che risaltava la sua colorazione scura di pelle e degli strabilianti pettorali scolpiti. Indossava poi dei pantaloni scuri che mettevano in evidenza il suo corpo slanciato, muscoloso e massiccio. Tra le pieghe dei pantaloni poi spiccava la zona inguinale che era costituita da un pacco gigantesco evidentemente già duro e pronto non sescrivo quello che si vedeva sul lato B perche non hanno ancora coniato le parale adatte.
Mi avvicinai a lui e mi prese per un braccio, accompagnandomi in una specie di cameretta interna all’aereo. Mi ritrovai in una sorta di stanzetta da riposo, piccola, in penombra, con una branda.
Bob (cosi mi disse che si chiamava) mi accompagnò dentro e richiuse la porta dietro di sè. Si tolse immediatamente la maglietta e sfoggiò un corpo da sballo: sodo, asciutto, maschile, curato, massiccio e imponente. Si stese poi sulla branda e io cominciai a baciare le sue spalle, i suoi pettorali, il suo collo. Mordicchiai poi il suo orecchio destro per poi finire ad intrecciare la mia lingua con la sua che era grossa, spessa e dura. Non avevo mai baciato un ragazzo di colore ma devo dire che è stato fantastico. Subito vidi che Bob non riusciva più a contenere nulla nei pantaloni, quindi glieli slacciai e uscì velocemente fuori dalla cerniera lampo un “bastone” nero, di un nero intenso, molto più scuro della sua stessa pelle, con una cappella grossissima sulla punta della quale appariva dilatato il buco del suo cazzo enorme. Un uccello gigantesco come quello di Bob ne avevo visti pochi… di una durezza fenomenale e di uno spessore incredibile. Alla base del suo cazzone vidi poi due palle gonfie e rosse. Cominciai a toccare poi il suo culo. Bellissimo. Glutei sodi e perfetti, muscolosi, sormontati da una schiena ampia e ben proporzionata. Mi venne allora una voglia tremenda di entrare in quel bel culetto e dopo aver allargato con le dita delle mie mani e aver assaggiato quelle due natiche scultoree cominciai a penetrarlo.
Ogni volta che infilavo il mio cazzone dentro il bel maschio godevo tantissimo e lui gemeva con dei lamenti soffocati per non farsi sentire. A un certo punto vuoi l’eccitazione e la paura di essere scoperti che rendeva il tutto ancora piu erotico, dopo non poco non mi trattenni e sborrai su quella fantastica schiena.
Feci diverse volte qualla tratta tra Milano e Natal ma non rividi mai piu quello steward, comunque grazie a lui posso dire di essere entrato di diritto nel club dei 10.000 e chi conosce gli aerei e i bagni degli aerei come me sa di cosa si tratta!
Grazie Bob
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